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Smart working? Rende più produttivi. Dina Ravera e il caso Destination Italia

Foto di Ishan Seefromthesky da Unsplash

Lo smart working? Aumenta la produttività. A confermarcelo è Dina Ravera, Presidente e CEO di Destination Italia: le aziende devono riorganizzare il posto di lavoro per incontrare le esigenze dei dipendenti. Illuminante il modello di ufficio ibrido già creato dalla sua impresa: un «turismo esperienziale» dove anche i dirigenti stranieri possono venire in Italia e operare in lavoro agile in case da sogno come in ufficio. Urge però implementare nuove tecnologie digitali – banda ultralarga e rete unica – che rendano tutto ciò realizzabile.     

«Lo Smart Working? Ha immensi benefici sulla produttività. Di questo sono totalmente convinta». A parlare così, in questa intervista esclusiva che ci ha concesso, è Dina Ravera, Presidente e CEO di Destination Italia, oltre che Presidente del Pio Albergo Trivulzio e parte dei CDA di moltissime tra le maggiori aziende. Proprio a Destination Italia – impresa di cui, in qualità di imprenditrice, è socio di maggioranza – sono già all’opera per ripensare un nuovo ufficio ibrido, conscio di questa realtà, che vada incontro, anche e soprattutto per il proprio interesse, ai rinnovati bisogni dei dipendenti. Andiamo però con ordine.

SMART WORKING? MAGGIOR PRODUTTIVITÀ

«Lo smart working ti permette di portare più sostanza, più senso alla tua vita», spiega la Ravera. «Si eliminano i tempi morti legati agli spostamenti e, anziché perdere due ore per andare e tornare dall’ufficio, puoi dedicarti ad attività utili per te come persona: andare dal medico, rilassarti a casa, stare con la tua famiglia. Senza contare i benefici dal punto di vista psicologico: il tempo perso nello spostamento è buttato via. Ti innervosisce e disperde energie». D’altronde ne avevamo già parlato nel nostro articolo: «Lavoro da casa, sorpresa: aumenta la produttività».

«Al contrario – prosegue – ti riempie di energia dedicare quelle ore risparmiate in compiti importanti per la tua vita, che non incidono, ma anzi incrementano, la tua produttività. Il modello di lavoro agile è da ritenersi ormai acquisito: non è più possibile tornare indietro. Avere almeno un paio di giorni di smart working è imprescindibile ­per ottenere risultati maggiori sul lavoro. Perciò occorre implementare un modello di ufficio ibrido, che tenga conto di tali necessità».

Qualche esempio? Occorre flessibilità nell’utilizzo delle scrivanie. «Il posto di lavoro non deve prevedere un luogo fisso cui sedersi», spiega. «I dipendenti devono poter lavorare dove preferiscono, con libertà di rotazione: ciò significa possibilità di tagliare il numero di scrivanie necessarie. Ridisegnare il workplace in spazi aperti implica anche risparmio per le aziende e taglio dei costi. Si potrà investire in iniziative che favoriscano ulteriormente piacevolezza e produttività in ufficio, come insonorizzazione o spazi condivisi ove mangiare insieme».

Foto di Copernico da Unsplash

IL CASO DESTINATION ITALIA

Esemplare il modello di «ufficio ibrido» già creato dall’azienda della Ravera: Destination Italia mette a disposizione case e ville da sogno in Italia, dove anche il grande dirigente può trasferirsi per un periodo, lavorando da lì come e meglio che in ufficio e godendosi esperienze che incrementano ulteriormente la sua produttività.

«In generale», spiega, «offriamo un “turismo esperienziale”, dove chi ha bisogno di venire in Italia per un po’, per ricaricare le batterie, può trovare da noi una bella villa in Puglia, in Campania, una sistemazione per andare in montagna a sciare, così come tour, escursioni, transfer». E non solo: «Mettiamo anche a disposizione ogni servizio necessario per togliergli qualsiasi pensiero. Abbiamo pure organizzato un protocollo di assistenza sanitaria: dal medico a certificati, persino tamponi, vaccino, Green Pass. Offriamo esperienze indimenticabili, che solo il nostro Paese può dare, da qualsiasi punto di vista».

Ma si tratta “solo” di vacanza? «Assolutamente no», risponde. «Lo abbiamo pensato come una forma di smart working e ufficio ibrido particolare, un “ufficio che si sposta” anche a grande distanza. Poiché lavorare in ufficio nulla aggiunge, ma anzi spesso toglie, alla produttività, si può lavorare da casa anche trasferendosi temporaneamente in un’altra abitazione, pure a km dalla propria città o persino dal proprio Paese: con il vantaggio di poter usare il tempo libero recuperato col lavoro agile visitando posti nuovi, andando al mare e facendosi una passeggiata in spiaggia, sperimentando nuove esperienze che rigenerano le batterie e consentono di tornare più efficienti sul lavoro».

«Certo», precisa, «al momento non è ancora accessibile a tutti i dipendenti: è un “turismo” di fascia medio-alta. Attualmente lavoriamo soprattutto con l’estero o, comunque, con dirigenti – anche italiani, che magari dal Nord vogliono spostarsi al Sud -, con maggiori possibilità sia propria che delle aziende». Si tratta, però, di una prima esperienza che potrebbe allargarsi in futuro.

Un esempio di quanto, per ora, sta accadendo? «Un dirigente statunitense, che desidera venire in Italia e farsi un mese di attività da qui», chiarisce. «Persino se siede nel CDA di una grande azienda la sua attività non viene danneggiata dallo spostarsi dal posto di lavoro in una nuova location, anche all’estero. Al contrario, proprio perché viene in un Paese come il nostro, che offre di tutto e di più, riceverà stimoli diversi, opportunità immense che solo da noi potrà conoscere e che aumenteranno la sua produttività: avrà occasioni da sperimentare che, nel suo ufficio a New York, non potrebbe vivere. Ciò stimolerà nuove idee, progetti, incontri. Servirà a ricaricare le batterie: essenziale per chi magari fa un lavoro particolarmente intenso, da 15 ore al giorno. È un fenomeno che aggiunge tantissimo anche a queste posizioni di vertice: lo vediamo anche con francesi, tedeschi, russi. O, appunto, anche italiani: non solo chi vuole passare un po’ di tempo in Sicilia a godersi le bellezze dell’isola, ma magari ha bisogno di una casa a Milano, da cui potrà tenere benissimo persino le riunioni del CDA». E vedersi, nel tempo libero, il Duomo e la Madonnina.

«I momenti di libertà da noi hanno una qualità unica, in qualsiasi città», conclude, «che nessuno potrebbe vivere restando sempre dov’è, e ciò renderà chiunque più efficiente sul lavoro, oltre che più equilibrato nella vita».

Foto di Daria Mamont da Unsplash

TECNOLOGIE DIGITALI: BANDA ULTRALARGA E RETE UNICA

Certo, affinché tutto ciò sia possibile, occorre che in Italia non solo le aziende, ma in primis le istituzioni, si muovano urgentemente per realizzare tecnologie digitali che consentano a tutti, in ufficio come in «ville da sogno», di operare in fluidità e con la massima produttività: banda ultralarga e rete unica.

«Da una parte, le aziende devono dotarsi di software opportuni, e metter a disposizione dei propri dipendenti device potenti che permettano loro di lavorare da casa, accedendo ai dati in sicurezza e velocità», prosegue la Ravera. «Il mio, però, è anzitutto un appello e un richiamo alle istituzioni. Tutto quello che stiamo dicendo è possibile se vivi in un posto dove la rete prende al meglio ovunque e senza digital divide. Non possono più esistere dipendenti di serie A e di serie B, sennò è discriminazione: se abiti dove la rete non prende, come fai a lavorare da casa?».

«Le istituzioni non possono continuare più a far finta di nulla e tergiversare», continua. «Ci sono luoghi in Italia, specie al Sud, ma anche al Nord – specie nelle città sotto i 35.000 abitanti – dove la banda ultralarga è un sogno. Bisogna fare squadra nel pretendere che la rete unica si faccia. Attualmente il Governo non si è ancora espresso in modo chiaro, ma l’Italia, con la Bulgaria, è l’unica in Europa ad essere così indietro. Noi abbiamo limiti elettromagnetici ridicoli, che non consentono la costruzione di una banda ultralarga a costi ragionevoli. Sulla stessa antenna 5G abbiamo due soli operatori. Se avessimo i limiti elettromagnetici che hanno tutti gli altri Paesi, cinque volte superiori, si potrebbe far coesistere sulla stessa antenna più operatori. È uno standard internazionale: eppure noi non ci muoviamo. Così diventiamo un Paese del Terzo Mondo, penalizzando lavoratori e cittadini».

«Si tratta di un dovere e un diritto di tutti», conclude: «smart working e lavoro ibrido sono un’occasione unica, che però rischia di perdersi a causa della mancanza di una banda ultralarga in tutte le zone d’Italia. Occorre uscire dalla mera logica del ritorno economico immediato e capire che è un dovere dare a tutti il medesimo diritto di poter lavorare da casa in qualunque città, zona, paese si trovino».

#TAKEAWAYS

  • Lo smart working aumenta la produttività. Lo ribadisce Dina Ravera, Presidente e CEO di Destination Italia: le aziende devono riorganizzare il posto di lavoro per incontrare le esigenze dei dipendenti.
  • Esemplare il modello di «ufficio ibrido» già creato dalla sua impresa: Destination Italia mette a disposizione case e ville in Italia, dove anche il grande dirigente può trasferirsi per un periodo, lavorando da lì meglio che in ufficio e godendo esperienze che incrementeranno la sua produttività.
  • Per tutto questo, però, aziende e, soprattutto, istituzioni devono rafforzare le tecnologie digitali: anzitutto, banda ultralarga e rete unica.

Autore

Rachele Zinzocchi

Rachele Zinzocchi
Digital Marketing Manager, Public Speaker, Formatrice, Autrice. Riconosciuta da LinkedIn nella Top 5 dei Most Engaged and Influencer Marketers per l’Italia, scrive da 20 anni per le principali testate nazionali sia cartacee che online, e cura la comunicazione digitale di aziende e liberi professionisti. Filosofa laureata alla Normale di Pisa, ha un grande pregio: non si arrende mai. E un grande difetto: non si arrende mai!

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