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Lavoro ibrido: una nuova organizzazione dell’ufficio per attirare i dipendenti

Foto di Annie Spratt da Unsplash

Il nuovo modello di lavoro ibrido, un mix di giorni di lavoro in ufficio e a casa, è sempre più l’obiettivo delle grandi aziende: che però, per raggiungerlo, devono passare da un ripensamento dell’organizzazione dell’ufficio, in grado di attrarre nuovamente i dipendenti, ormai abituati al lavoro da remoto.

La tendenza era già emersa da un recente studio PwC che, tra i vari risultati, lasciava emergere con chiarezza come si stesse configurando un nuovo modello di posto di lavoro: non più semplicemente smart working, ma «lavoro ibrido». Le aziende, infatti, stanno insistendo sempre di più affinché i dipendenti tornino a lavorare in ufficio ogni giorno. D’altronde, lo avevamo già previsto nel nostro articolo, che poneva una domanda: «Lavoreremo davvero per sempre da remoto?».

Se da un lato, tra i dipendenti in cerca di un nuovo lavoro, quasi uno su dieci nello studio abbia dichiarato che la sua scelta nasce dal fatto di essersi allontanato dall’ufficio mentre lavorava da remoto e che, oggi, non intende tornare sul posto di lavoro in presenza, molti altri già si sono già dichiarati disponibili a un lavoro ibrido, con un mix di giorni in ufficio e lavoro da remoto.

Lo spazio, dunque, per lavorare sulla costruzione del nuovo modello c’è. Occorre però che le aziende vengano il più possibile incontro ai dipendenti per attirarli verso questa nuova prospettiva. E uno dei primi punti da cui occorre ripartire è proprio un ripensamento degli uffici, una nuova organizzazione dell’ufficio in grado di portare nelle aziende i talenti migliori e più efficaci. In che modo, dunque, le compagnie si stanno muovendo per raggiungere il loro obiettivo?

LAVORO IBRIDO E ORGANIZZAZIONE DELL’UFFICIO

Le aziende stanno ripensando ai loro spazi per uffici, poiché la crescita del lavoro ibrido significa che il posto di lavoro deve competere con le case e altri luoghi attraenti per svolgere il lavoro. Di recente Zoom ha collaborato con SurveyMonkey per condurre un sondaggio su oltre 1.500 lavoratori da remoto e comprendere meglio ciò che le persone si aspettano dal futuro del lavoro e dal ritorno in ufficio. È confermata la grande disponibilità dei dipendenti ad assumere una modello di lavoro ibrido, ma per questo è necessario che le aziende pianifichino flessibilità, garantendo al contempo una nuova organizzazione dell’ufficio, così che i loro spazi siano attrezzati di conseguenza. Devono dotare i loro team di strumenti per connettersi, collaborare e fare di più, indipendentemente da dove stanno lavorando.

I lavoratori da remoto avranno anche bisogno di accedere alle risorse, alle attrezzature e alle soluzioni che consentano loro di svolgere il proprio lavoro in modo efficace ed efficiente, in tandem con le loro controparti in ufficio. Gli spazi di lavoro dovranno essere progettati per facilitare la collaborazione ed essere sensibilmente migliori rispetto al lavoro da casa.

Foto di Andrea Vas da Unsplash

MICHAEL PAGE: LA SOLUZIONE LAPTOP

Prima della pandemia, i dipendenti del gruppo di reclutamento Michael Page avevano una scrivania con un computer desktop tradizionale. Ma l’azienda è passata ai laptop, poiché i lavoratori si spostano più liberamente tra casa e ufficio. «Ciò ha portato a cambiamenti nel luogo in cui le persone siedono, nello spazio di cui hanno bisogno e nel loro scopo per venire in ufficio», dice Nick Kirk, amministratore delegato per il Regno Unito, l’Irlanda e il Nord America. «È probabile che Michael Page abbandoni molte stanze utilizzate per incontri faccia a faccia con i candidati al lavoro, per continuare con le interviste video». Prevede inoltre di adattare le aree per offrire più «spazio di atterraggio», riferendosi ad aree non assegnate «dove le persone possono letteralmente sedersi con un laptop e lavorare». Nel complesso, l’azienda vede l’opportunità di ridurre di un terzo l’ingombro degli uffici. I risparmi verranno utilizzati «per investire in uno spazio migliore», più in linea con l’esperienza divertente e coinvolgente che i dipendenti desiderano nel loro posto di lavoro.

GOOGLE: UFFICI POLIVALENTI

Anche il gigante della tecnologia Google sta sperimentando: in particolare, sta testando la flessibilità, mentre i lavoratori chiedono di lavorare da casa o anche da un’altra città. L’AD Sundar Pichai ha detto ai lavoratori che, in riconoscimento delle loro richieste di flessibilità – come lavorare da casa un paio di giorni alla settimana o da un’altra città per parte dell’anno – ha testato «uffici polivalenti e spazi di lavoro privati». Google ha anche sviluppato una migliore tecnologia per le riunioni video che «crea una maggiore equità tra i dipendenti in ufficio e quelli che si uniscono virtualmente».

MARS E CBRE: FLESSIBILITÀ

Nici Bush, vicepresidente globale della trasformazione del posto di lavoro di Mars, il gruppo dei beni di consumo, afferma che, mentre il personale può lavorare in modo flessibile tra casa e ufficio, la flessibilità deve continuare all’interno dello stesso spazio dell’ufficio. «Quello che vuoi fare non è lo stesso per tutto il giorno», dice. All’interno di un edificio devono esserci luoghi per rilassarsi e prendere un caffè, aree per il lavoro mirato e aree per riunioni ibride, suggerisce.

John Mulqueen, responsabile degli uffici per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa del gruppo immobiliare CBRE Global Investors, concorda sul fatto che gli spazi devono consentire sempre più «me time» e «we time».  Oltre alla configurazione dello spazio stesso, sono importanti la tecnologia, la posizione e i servizi. «Non puoi aspettarti di costringere le persone a tornare in ufficio, devi fornire un gancio», sostiene Mulqueen. «Gestire questa modalità “mista”, questa è la vera sfida», dice. La videoconferenza che funziona quando alcuni sono a casa e altri in ufficio è la priorità assoluta.

Foto di Spencer Davis da Unsplash

ASHBY CAPITAL: TAVOLI DA CUCINA CONDIVISI

Peter Ferrari, CEO di Ashby Capital, società di investimenti immobiliari nel Regno Unito, afferma che, mentre potrebbe esserci una riduzione della quantità di spazi per uffici, «quegli [uffici] che rimangono devono essere molto migliori». Si sta concentrando su ciò che gli uffici offrono in termini di benessere, tecnologia e sostenibilità. Altrettanto importante è la posizione, quella che offre il tragitto più breve possibile. Se il lavoro riguarda la collaborazione, «l’ufficio deve essere in una posizione centrale, in una città dove tutti possono arrivare», dice. Gli uffici devono anche fornire accesso a servizi interni ed esterni, come caffè, bar e ristoranti.  Poi c’è la questione dei cosiddetti terzi spazi, che si tratti di caffè e altri spazi di lavoro “iperlocali” vicini a casa, o di hall di hotel e persino di tavoli da cucina condivisi. Occorre imparare a preparare una routine: alcuni dipendenti hanno adottato la tendenza dei lavoratori da casa a cercare compagnia nelle cucine degli altri.

Ferrari e Mulqueen esprimono un certo scetticismo su questi “terzi spazi” per le grandi imprese. Ma John Spencer, AD del fornitore di spazi di lavoro flessibili suburbani del Regno Unito Bizspace, afferma di aver visto aumentare la domanda da parte dei lavoratori che preferiscono non spostarsi in un ufficio centrale ogni giorno, ma non hanno uno spazio adeguato a casa. «Il localismo diventerà popolare quanto lo era forse la centralizzazione dieci anni fa», prevede.

SPACEMIZE E WORKFORCE: SPAZI TERZI E TECNOLOGIE COINVOLGENTI

Nel frattempo, Spacemize, un’app fondata da Zain Dhareeja e Saeed Al Ghurair che offre spazi di lavoro flessibili negli hotel, si è recentemente estesa dal Regno Unito agli Stati Uniti. «Il nostro mercato di riferimento sono i dipendenti e gli imprenditori aziendali, che cercano un terzo spazio tra il lavoro da casa e l’ufficio», afferma Dhareeja. Steve Tonks, vicepresidente senior per Europa, Medio Oriente e Africa presso Workforce Software, i cui prodotti includono strumenti di comunicazione, afferma che l’uso di spazi terzi potrebbe aiutare le aziende a ridurre i tassi di abbandono dei dipendenti perché offrono ulteriore flessibilità.  Ma «qualunque sia l’opzione scelta», afferma, «per creare esperienze migliori per i dipendenti, le aziende devono investire in tecnologie coinvolgenti, intuitive e intelligenti per supportare i lavoratori ovunque si trovino».

#TAKEAWAYS

  • Se lo smart working resta assai appetibile per molti, le aziende stanno puntando a promuovere un nuovo modello di lavoro ibrido che favorisca un mix tra giorni di lavoro a casa e in ufficio.
  • Per ottenere questo, però, occorre che le compagnie ripensino ad una organizzazione dell’ufficio in grado di attrarre i dipendenti per farli tornare sul posto di lavoro.
  • Molte aziende si stanno già muovendo in tal senso. Da Michael Page a Google, da Mars ad Ashby Capital, sono numerosi gli esempi di chi sta già organizzando gli uffici per accogliere al meglio i propri dipendenti.
Autore

Rachele Zinzocchi

Rachele Zinzocchi
Digital Marketing Manager, Public Speaker, Formatrice, Autrice. Riconosciuta da LinkedIn nella Top 5 dei Most Engaged and Influencer Marketers per l’Italia, scrive da 20 anni per le principali testate nazionali sia cartacee che online, e cura la comunicazione digitale di aziende e liberi professionisti. Filosofa laureata alla Normale di Pisa, ha un grande pregio: non si arrende mai. E un grande difetto: non si arrende mai!

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